Lo Stato dell’arte. Fascismo e legittimazione culturale

Autori

  • Monica Cioli Università di Trento
  • David Rifkind Florida International University

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/3898

Parole chiave:

Fascismo, arti figurative, architettura, Stato, corporativismo

Abstract

Abbiamo rivolto una serie di domande a Monica Cioli e David Rifkind autori di due importanti volumi sul modo in cui rispettivamente l’arte e l’architettura hanno assunto uno specifico significato politico sotto il fascismo. Ne è uscito un dialogo che mostra come il rapporto tra fascismo e arte non è caratterizzato da una mera appropriazione o da uno sfruttamento reciprocamente funzionale tra artista o architetto e regime fascista. L’arte prepara un’appropriazione specifica della tecnica e introduce all’antropologia politica dell’uomo fascista. Allo stesso modo l’architettura appronta un ordinamento degli spazi urbani coerente e necessaria per la gerarchia dell’ordine della società corporata.

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Pubblicato

2013-07-24

Come citare

Cioli, M., & Rifkind, D. (2013). Lo Stato dell’arte. Fascismo e legittimazione culturale. Scienza & Politica. Per Una Storia Delle Dottrine, 25(48). https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/3898

Fascicolo

Sezione

Saggi