Lo Stato dell’arte. Fascismo e legittimazione culturale
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/3898Parole chiave:
Fascismo, arti figurative, architettura, Stato, corporativismoAbstract
Abbiamo rivolto una serie di domande a Monica Cioli e David Rifkind autori di due importanti volumi sul modo in cui rispettivamente l’arte e l’architettura hanno assunto uno specifico significato politico sotto il fascismo. Ne è uscito un dialogo che mostra come il rapporto tra fascismo e arte non è caratterizzato da una mera appropriazione o da uno sfruttamento reciprocamente funzionale tra artista o architetto e regime fascista. L’arte prepara un’appropriazione specifica della tecnica e introduce all’antropologia politica dell’uomo fascista. Allo stesso modo l’architettura appronta un ordinamento degli spazi urbani coerente e necessaria per la gerarchia dell’ordine della società corporata.Downloads
Pubblicato
2013-07-24
Come citare
Cioli, M., & Rifkind, D. (2013). Lo Stato dell’arte. Fascismo e legittimazione culturale. Scienza & Politica. Per Una Storia Delle Dottrine, 25(48). https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/3898
Fascicolo
Sezione
Saggi
Licenza
Copyright (c) 2013 Monica Cioli, David Rifkind
I diritti d'autore di tutti i testi nella rivista appartengono ai rispettivi autori senza restrizioni.
La rivista è rilasciata sotto una licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale (codice legale completo).
Vedere inoltre la nostra Open Access Policy.
Metadati
Tutti i metadati dei materiali pubblicati sono rilasciati in pubblico dominio e possono essere utilizzati da ognuno per qualsiasi scopo. Questi includono i riferimenti bibliografici.
I metadati – riferimenti bibliografici inclusi – possono essere riutilizzati in qualsiasi formato senza ulteriori autorizzazioni, incluso per scopo di lucro. Chiediamo cortesemente agli utenti di includere un collegamento ai metadati originali.