Scienza & Politica. Per una storia delle dottrine https://scienzaepolitica.unibo.it/ <p><strong>Scienza &amp; Politica – ISSN 1825-9618</strong> è un esperimento che dura ormai da più di trent’anni. Iniziata in formato cartaceo nel 1989, dal 2011 viene pubblicata esclusivamente in formato elettronico. «Scienza &amp; Politica» si rivolge al panorama consolidato delle discipline scientifiche che si occupano del politico, più o meno ordinariamente divise in filosofia, storia, diritto, sociologia; con in più una storia specificamente dedicata al pensiero.</p> Dipartimento delle Arti - Alma Mater Studiorum - Università di Bologna it-IT Scienza & Politica. Per una storia delle dottrine 1590-4946 <p>I diritti d'autore di tutti i testi nella rivista appartengono ai rispettivi autori senza restrizioni.</p> <div><a href="http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/" rel="license"><img src="https://licensebuttons.net/l/by/4.0/88x31.png" alt="Creative Commons License" /></a></div> <p>La rivista è rilasciata sotto una licenza <a href="https://creativecommons.org/licenses/by/4.0/" rel="license">Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale</a> (<a href="http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/legalcode">codice legale completo</a>). <br />Vedere inoltre la nostra <a href="https://scienzaepolitica.unibo.it/about#openAccessPolicy">Open Access Policy</a>.</p> <h4 id="metadata">Metadati</h4> <div><a href="https://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/" rel="license"> <img style="border-style: none;" src="https://licensebuttons.net/p/zero/1.0/88x31.png" alt="CC0" /> </a></div> <p>Tutti i metadati dei materiali pubblicati sono rilasciati in pubblico dominio e possono essere utilizzati da ognuno per qualsiasi scopo. 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Il problema dell’emancipazione e l’emancipazione come problema https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16374 <p>L’introduzione di questa sezione monografica dedicata all’emancipazione muove dal riconoscimento del ritorno del lemma nel dibattito teorico-politico e indaga l’oscillazione tra l’individuale e il collettivo che è insita nella semantica moderna del concetto. Dopo una breve ricostruzione storica, tale oscillazione viene analizzata in riferimento al neoliberalismo che fa propria una specifica concezione individualistica dell’emancipazione. Infine, viene discusso il ritorno del concetto in seguito al neoliberalismo a partire da alcuni tentativi che ruotano attorno al problema dell’intersezionalità, di ripensare oggi il rompicapo di un’emancipazione collettiva.</p> Dana Portaleone Copyright (c) 2022 Dana Portaleone https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 5 15 10.6092/issn.1825-9618/16374 L’economia politica statunitense e lo scontro sull’emancipazione alla vigilia della Guerra Civile https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16375 <p>Il saggio ricostruisce lo scontro sull’emancipazione negli Stati Uniti dei decenni precedenti la Guerra Civile, concentrandosi sul discorso dell’economia politica del Nord e in particolare sugli scritti di Henry Charles Carey (1793-1879). Obiettivo del saggio è mostrare come, tra anni Trenta e Cinquanta, gli economisti del Nord, contro l’abolizionismo radicale, elaborino una visione graduale e limitata dell’emancipazione, nel tentativo di garantire, anche dopo la fine della schiavitù, la continuità del comando sul lavoro nero nel Sud e la persistenza delle gerarchie razziali e di classe del capitalismo americano. Il saggio evidenzia inoltre come questa visione dell’emancipazione, pur influenzando il Partito Repubblicano e l’amministrazione Lincoln, venga sconfitta dal general strike degli schiavi durante la Guerra Civile.</p> Matteo Rossi Copyright (c) 2022 Roberta Ferrari https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 17 36 10.6092/issn.1825-9618/16375 Una storia contesa. L’emancipazione e la sua politica https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16376 <p>Il saggio muove dall’ipotesi che l’affermazione del significato moderno del concetto di emancipazione, avvenuta tra l’Illuminismo e la Rivoluzione francese, abbia coinciso con l’apertura di un campo di tensione che fa della storia del concetto una storia contesa. Questo campo di tensione sarà esaminato in diversi contesti storici e politici e in relazione a specifici soggetti che ne hanno trasformato la semantica. Il concetto sarà indagato dapprima tra la Rivoluzione francese e l’Ottocento, mentre in un secondo momento sarà analizzato in relazione alla critica avanzata dal femminismo della differenza italiano e ad alcune riabilitazioni contemporanee del concetto come quella proposta da Jacques Rancière.</p> Dana Portaleone Copyright (c) 2022 Dana Portaleone https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 37 54 10.6092/issn.1825-9618/16376 L’interesse per l’emancipazione. Le traiettorie della teoria critica della Scuola di Francoforte https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16377 <p>Nell’articolo si propone un percorso finalizzato a ricostuire alcuni passaggi di particolare rilevanza teorica nella vicenda della Scuola di Francoforte, in merito al concetto di emancipazione. La tesi che si vuole verificare è che, a dispetto dell’ampio ventaglio di variazioni sul tema, sia possibile isolare alcuni tratti specifici della prospettiva “francofortese” sull’emancipazione, che si lasciano riconoscere in tutte le interpretazioni che ne sono state compiute. Nelle nuove generazioni della teoria critica si è affermata tuttavia l’esigenza di ripensare questo motivo fuori dagli schemi di filosofia della storia di matrice idealistica e marxista, nei quali veniva inizialmente interpretato. La sfida è quella di ripensare l’emancipazione come un obiettivo di prassi determinate e specifiche, ancorate a percorsi di progresso sociale non lineari, interdipendenti ma distinti e persino in contrasto.</p> Giorgio Fazio Copyright (c) 2022 Giorgio Fazio https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 55 74 10.6092/issn.1825-9618/16377 Oppressione, resistenza ed emancipazione in María Lugones https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16378 <p>La teoria dell’oppressione di Lugones è incentrata sulla necessità per l’oppresso di coltivare una diversa logica della realtà. Le condizioni per l’emergere di una coscienza resistente poggiano su un’ontologia pluralista e sull’idea di un sé molteplice capace di viaggiare tra «mondi». Un ruolo fondamentale viene occupato dallo spazio del <em>limen</em>. Il limen costituisce un portale verso la liberazione, ma non ne garantisce l’esito. Il progetto politico di emancipazione dalle oppressioni multiple richiede la creazione di coalizioni. Un obiettivo che può essere raggiunto solo attraverso una comunicazione complessa, che abbandona la logica liberale della trasparenza.</p> Brunella Casalini Copyright (c) 2022 Brunella Casalini https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 75 90 10.6092/issn.1825-9618/16378 La verifica dell’uguaglianza: l’emancipazione da Jacotot a Rancière https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16379 <p>Rancière riflette sulle condizioni di un’emancipazione intesa, kantianamente, come uscita dallo stato di minorità; e pensa tale uscita a partire da una nozione di uguaglianza formale da verificare nell’ambito in cui si presume ci sia una disuguaglianza naturale, come quello del sociale. Tuttavia, anziché ragionare su quest’ambito come luogo da cui si sviluppa l’istanza dell’emancipazione, Rancière si concentra piuttosto sulla critica alle scienze sociali che lo hanno costituito epistemologicamente. Tale impostazione della sua riflessione dipende dalla maniera in cui l’autore, in una certa fase della sua traiettoria teorica, si è appropriato del pensiero di Jacotot. Questi, nella prima metà dell’Ottocento, ha ideato, praticandolo, un concetto di emancipazione di cui l’articolo propone una mappatura storico-teorica. Da questa emergerà come Jacotot facesse i conti criticamente con l’evoluzione del pensiero materialista francese settecentesco che, da una certa prospettiva, è il germe del positivismo ottocentesco. Rancière ha ripreso e perfino incorporato il pensiero di Jacotot per rispondere a delle poste in gioco del suo presente e sviluppare un’idea di uguaglianza come «metodo» dell’emancipazione.</p> Giovanni Campailla Copyright (c) 2022 Giovanni Campailla https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 91 107 10.6092/issn.1825-9618/16379 La profezia di Joseph de Maistre (1753-1821) secondo sir Isaiah Berlin (1909-1997) https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16372 <p>Il saggio si propone di spiegare una ironia del destino dell’opera di Joseph de Maistre: l’interesse di Isaiah Berlin e ricostruisce questo interesse rispetto alle sue occasioni e alle sue ragioni. Rispetto alle occasioni, intende rintracciare nella sfilacciata opera di saggista di Berlin la presenza di Maistre e ricostruirne l’interpretazione complessiva; rispetto alle sue ragioni mette invece a fuoco l’interesse nei confronti del rapporto tra contro-illuminismo e totalitarismo. Infatti, è questo nesso che rende chiaro il ruolo di profeta ultramoderno che viene paradossalmente affidato al controrivoluzionario dagli interpreti novecenteschi. L’antropologia e la visione della storia del conte de Maistre illuminano il fenomeno del totalitarismo: Carl Schmitt lo invoca e ne incorpora la dottrina nella sua definizione della sovranità e Isaiah Berlin lo convoca per spiegare la passione umana per l’auto-sacrificio su cui (non solo) i totalitarismi si reggono. Eppure, la storia dell’ultimo secolo impedisce agli interpreti novecenteschi di comprendere fino in fondo la teologia politica di Maistre, di cui non rendono abbastanza conto le categorie di decisionismo (Schmitt) e irrazionalismo (Berlin).</p> Melissa Giannetta Copyright (c) 2022 Melissa Giannetta https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 109 126 10.6092/issn.1825-9618/16372 Innamorati della società: le origini filantropiche della scienza sociale in Gran Bretagna (1790-1857) https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16371 <p>Le origini della scienza sociale in Gran Bretagna sono da rintracciare nella storia del movimento filantropico. Fu nel circuito delle associazioni caritatevoli, infatti, che l’espressione «social science» iniziò a essere precocemente utilizzata nel 1790. Più in particolare, fu la filantropia stessa a essere concettualizzata come scienza dell’ordine sociale, volta a estrarre informazioni dalla società per perfezionare l’«arte» di governarla. La carità organizzata ispirò altresì l’istituzione della Social Science Association nel 1857.</p> Matilde Cazzola Copyright (c) 2022 Matilde Cazzola https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 127 142 10.6092/issn.1825-9618/16371 Lo “Stato” e il “politico” nell’evoluzione del pensiero di Pierre Clastres: una lettura politologica https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16373 <p>Per l’antropologo Pierre Clastres, i concetti di “Stato” e di “politico” sono sempre stati colti, nel mondo occidentale, come due elementi interdipendenti: lo Stato è politico, non c’è politica senza Stato. I suoi studi etno-antropologici tentano di ribaltare questa visione, concettualizzando le società primitive come “senza” e “contro lo Stato”. Il presente testo esamina i testi di Clastres cercando di inserire le sue riflessioni all’interno di paradigmi giuridici e politologici consolidati e di dimostrare come l’antropologia politica e le scienze politiche possano mettersi in comunicazione.</p> Filippo Benedetti Copyright (c) 2022 Roberta Ferrari https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 143 160 10.6092/issn.1825-9618/16373 Il Quirinale e la guerra del Golfo del 1990-1991: Francesco Cossiga, l’art. 11 della Costituzione e le prerogative del Presidente della Repubblica https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16381 <p>Il saggio esamina la posizione del presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, in merito all'art. 11 della Costituzione in occasione della crisi del Golfo del 1990-1991. Cossiga considerò l'art. 11 il parametro giuridico fondamentale per valutare ogni attività a carattere bellico dell'Italia e ispirò le scelte del governo Andreotti a questo parametro. Fin dall'avvio della crisi, l'Italia partecipò all'esecuzione delle sanzioni economiche decise dal Consiglio di Sicurezza contro l'Iraq con una forza navale. Cossiga si oppose a un rafforzamento della missione militare italiana con truppe di terra, perché ciò era incompatibile con l'art. 11, e suggerì l'invio di una forza aeronautica di caccia-bombardieri Tornado come appoggio alla missione navale italiana. Il presidente della Repubblica, inoltre, negò la legittimità di utilizzare le forze armate italiane come ausilio alle operazioni statunitense nel quadro della solidarietà atlantica come era stato richiesto da Washington. A giudizio di Cossiga e di Andreotti, le sanzioni economiche e le operazioni militari contro l'Iraq andavano tutte gestite all'interno del sistema giuridico dell'ONU, che costituiva una delle poche eccezioni al ripudio della guerra iscritto nell'art. 11.</p> Luca Micheletta Copyright (c) 2022 Luca Micheletta https://creativecommons.org/licenses/by/4.0 2023-02-01 2023-02-01 34 67 161 179 10.6092/issn.1825-9618/16381