https://scienzaepolitica.unibo.it/issue/feedScienza & Politica. Per una storia delle dottrine2023-02-01T10:49:43+01:00Editorial teamdar.scienzaepolitica@unibo.itOpen Journal Systems<p><strong>Scienza & Politica – ISSN 1825-9618</strong> è un esperimento che dura ormai da più di trent’anni. Iniziata in formato cartaceo nel 1989, dal 2011 viene pubblicata esclusivamente in formato elettronico. «Scienza & Politica» si rivolge al panorama consolidato delle discipline scientifiche che si occupano del politico, più o meno ordinariamente divise in filosofia, storia, diritto, sociologia; con in più una storia specificamente dedicata al pensiero.</p>https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16380A proposito di Enzo Traverso, Rivoluzione. 1789-1989: un’altra storia, Milano, Feltrinelli, 20212023-01-30T16:32:21+01:00Maurizio Ricciardimaurizio.ricciardi@unibo.it2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Maurizio Ricciardihttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16374Introduzione. Il problema dell’emancipazione e l’emancipazione come problema2023-01-30T15:18:35+01:00Dana Portaleonedana.portaleone2@unibo.it<p>L’introduzione di questa sezione monografica dedicata all’emancipazione muove dal riconoscimento del ritorno del lemma nel dibattito teorico-politico e indaga l’oscillazione tra l’individuale e il collettivo che è insita nella semantica moderna del concetto. Dopo una breve ricostruzione storica, tale oscillazione viene analizzata in riferimento al neoliberalismo che fa propria una specifica concezione individualistica dell’emancipazione. Infine, viene discusso il ritorno del concetto in seguito al neoliberalismo a partire da alcuni tentativi che ruotano attorno al problema dell’intersezionalità, di ripensare oggi il rompicapo di un’emancipazione collettiva.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Dana Portaleonehttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16375L’economia politica statunitense e lo scontro sull’emancipazione alla vigilia della Guerra Civile2023-01-30T15:46:58+01:00Matteo Rossimatteo.rossi@unito.it<p>Il saggio ricostruisce lo scontro sull’emancipazione negli Stati Uniti dei decenni precedenti la Guerra Civile, concentrandosi sul discorso dell’economia politica del Nord e in particolare sugli scritti di Henry Charles Carey (1793-1879). Obiettivo del saggio è mostrare come, tra anni Trenta e Cinquanta, gli economisti del Nord, contro l’abolizionismo radicale, elaborino una visione graduale e limitata dell’emancipazione, nel tentativo di garantire, anche dopo la fine della schiavitù, la continuità del comando sul lavoro nero nel Sud e la persistenza delle gerarchie razziali e di classe del capitalismo americano. Il saggio evidenzia inoltre come questa visione dell’emancipazione, pur influenzando il Partito Repubblicano e l’amministrazione Lincoln, venga sconfitta dal general strike degli schiavi durante la Guerra Civile.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Roberta Ferrarihttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16376Una storia contesa. L’emancipazione e la sua politica2023-01-30T15:58:02+01:00Dana Portaleonedana.portaleone2@unibo.it<p>Il saggio muove dall’ipotesi che l’affermazione del significato moderno del concetto di emancipazione, avvenuta tra l’Illuminismo e la Rivoluzione francese, abbia coinciso con l’apertura di un campo di tensione che fa della storia del concetto una storia contesa. Questo campo di tensione sarà esaminato in diversi contesti storici e politici e in relazione a specifici soggetti che ne hanno trasformato la semantica. Il concetto sarà indagato dapprima tra la Rivoluzione francese e l’Ottocento, mentre in un secondo momento sarà analizzato in relazione alla critica avanzata dal femminismo della differenza italiano e ad alcune riabilitazioni contemporanee del concetto come quella proposta da Jacques Rancière.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Dana Portaleonehttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16377L’interesse per l’emancipazione. Le traiettorie della teoria critica della Scuola di Francoforte2023-01-30T16:08:35+01:00Giorgio Faziogiorgio.fazio@uniroma1.it<p>Nell’articolo si propone un percorso finalizzato a ricostuire alcuni passaggi di particolare rilevanza teorica nella vicenda della Scuola di Francoforte, in merito al concetto di emancipazione. La tesi che si vuole verificare è che, a dispetto dell’ampio ventaglio di variazioni sul tema, sia possibile isolare alcuni tratti specifici della prospettiva “francofortese” sull’emancipazione, che si lasciano riconoscere in tutte le interpretazioni che ne sono state compiute. Nelle nuove generazioni della teoria critica si è affermata tuttavia l’esigenza di ripensare questo motivo fuori dagli schemi di filosofia della storia di matrice idealistica e marxista, nei quali veniva inizialmente interpretato. La sfida è quella di ripensare l’emancipazione come un obiettivo di prassi determinate e specifiche, ancorate a percorsi di progresso sociale non lineari, interdipendenti ma distinti e persino in contrasto.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Giorgio Faziohttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16378Oppressione, resistenza ed emancipazione in María Lugones2023-01-30T16:16:36+01:00Brunella CasaliniBrunella.casalini@unifi.it<p>La teoria dell’oppressione di Lugones è incentrata sulla necessità per l’oppresso di coltivare una diversa logica della realtà. Le condizioni per l’emergere di una coscienza resistente poggiano su un’ontologia pluralista e sull’idea di un sé molteplice capace di viaggiare tra «mondi». Un ruolo fondamentale viene occupato dallo spazio del <em>limen</em>. Il limen costituisce un portale verso la liberazione, ma non ne garantisce l’esito. Il progetto politico di emancipazione dalle oppressioni multiple richiede la creazione di coalizioni. Un obiettivo che può essere raggiunto solo attraverso una comunicazione complessa, che abbandona la logica liberale della trasparenza.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Brunella Casalinihttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16379La verifica dell’uguaglianza: l’emancipazione da Jacotot a Rancière2023-01-30T16:23:48+01:00Giovanni Campaillagiovanni.campailla@hotmail.it<p>Rancière riflette sulle condizioni di un’emancipazione intesa, kantianamente, come uscita dallo stato di minorità; e pensa tale uscita a partire da una nozione di uguaglianza formale da verificare nell’ambito in cui si presume ci sia una disuguaglianza naturale, come quello del sociale. Tuttavia, anziché ragionare su quest’ambito come luogo da cui si sviluppa l’istanza dell’emancipazione, Rancière si concentra piuttosto sulla critica alle scienze sociali che lo hanno costituito epistemologicamente. Tale impostazione della sua riflessione dipende dalla maniera in cui l’autore, in una certa fase della sua traiettoria teorica, si è appropriato del pensiero di Jacotot. Questi, nella prima metà dell’Ottocento, ha ideato, praticandolo, un concetto di emancipazione di cui l’articolo propone una mappatura storico-teorica. Da questa emergerà come Jacotot facesse i conti criticamente con l’evoluzione del pensiero materialista francese settecentesco che, da una certa prospettiva, è il germe del positivismo ottocentesco. Rancière ha ripreso e perfino incorporato il pensiero di Jacotot per rispondere a delle poste in gioco del suo presente e sviluppare un’idea di uguaglianza come «metodo» dell’emancipazione.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Giovanni Campaillahttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16372La profezia di Joseph de Maistre (1753-1821) secondo sir Isaiah Berlin (1909-1997)2023-01-30T14:50:00+01:00Melissa Giannettamgiannetta@unisa.it<p>Il saggio si propone di spiegare una ironia del destino dell’opera di Joseph de Maistre: l’interesse di Isaiah Berlin e ricostruisce questo interesse rispetto alle sue occasioni e alle sue ragioni. Rispetto alle occasioni, intende rintracciare nella sfilacciata opera di saggista di Berlin la presenza di Maistre e ricostruirne l’interpretazione complessiva; rispetto alle sue ragioni mette invece a fuoco l’interesse nei confronti del rapporto tra contro-illuminismo e totalitarismo. Infatti, è questo nesso che rende chiaro il ruolo di profeta ultramoderno che viene paradossalmente affidato al controrivoluzionario dagli interpreti novecenteschi. L’antropologia e la visione della storia del conte de Maistre illuminano il fenomeno del totalitarismo: Carl Schmitt lo invoca e ne incorpora la dottrina nella sua definizione della sovranità e Isaiah Berlin lo convoca per spiegare la passione umana per l’auto-sacrificio su cui (non solo) i totalitarismi si reggono. Eppure, la storia dell’ultimo secolo impedisce agli interpreti novecenteschi di comprendere fino in fondo la teologia politica di Maistre, di cui non rendono abbastanza conto le categorie di decisionismo (Schmitt) e irrazionalismo (Berlin).</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Melissa Giannettahttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16371Innamorati della società: le origini filantropiche della scienza sociale in Gran Bretagna (1790-1857)2023-01-30T14:39:40+01:00Matilde Cazzolacazzola@lhlt.mpg.de<p>Le origini della scienza sociale in Gran Bretagna sono da rintracciare nella storia del movimento filantropico. Fu nel circuito delle associazioni caritatevoli, infatti, che l’espressione «social science» iniziò a essere precocemente utilizzata nel 1790. Più in particolare, fu la filantropia stessa a essere concettualizzata come scienza dell’ordine sociale, volta a estrarre informazioni dalla società per perfezionare l’«arte» di governarla. La carità organizzata ispirò altresì l’istituzione della Social Science Association nel 1857.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Matilde Cazzolahttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16373Lo “Stato” e il “politico” nell’evoluzione del pensiero di Pierre Clastres: una lettura politologica2023-01-30T15:03:25+01:00Filippo Benedettif.benedetti@lumsa.it<p>Per l’antropologo Pierre Clastres, i concetti di “Stato” e di “politico” sono sempre stati colti, nel mondo occidentale, come due elementi interdipendenti: lo Stato è politico, non c’è politica senza Stato. I suoi studi etno-antropologici tentano di ribaltare questa visione, concettualizzando le società primitive come “senza” e “contro lo Stato”. Il presente testo esamina i testi di Clastres cercando di inserire le sue riflessioni all’interno di paradigmi giuridici e politologici consolidati e di dimostrare come l’antropologia politica e le scienze politiche possano mettersi in comunicazione.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Roberta Ferrarihttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/16381Il Quirinale e la guerra del Golfo del 1990-1991: Francesco Cossiga, l’art. 11 della Costituzione e le prerogative del Presidente della Repubblica2023-01-31T09:45:23+01:00Luca Michelettaluca.micheletta@uniroma1.it<p>Il saggio esamina la posizione del presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, in merito all'art. 11 della Costituzione in occasione della crisi del Golfo del 1990-1991. Cossiga considerò l'art. 11 il parametro giuridico fondamentale per valutare ogni attività a carattere bellico dell'Italia e ispirò le scelte del governo Andreotti a questo parametro. Fin dall'avvio della crisi, l'Italia partecipò all'esecuzione delle sanzioni economiche decise dal Consiglio di Sicurezza contro l'Iraq con una forza navale. Cossiga si oppose a un rafforzamento della missione militare italiana con truppe di terra, perché ciò era incompatibile con l'art. 11, e suggerì l'invio di una forza aeronautica di caccia-bombardieri Tornado come appoggio alla missione navale italiana. Il presidente della Repubblica, inoltre, negò la legittimità di utilizzare le forze armate italiane come ausilio alle operazioni statunitense nel quadro della solidarietà atlantica come era stato richiesto da Washington. A giudizio di Cossiga e di Andreotti, le sanzioni economiche e le operazioni militari contro l'Iraq andavano tutte gestite all'interno del sistema giuridico dell'ONU, che costituiva una delle poche eccezioni al ripudio della guerra iscritto nell'art. 11.</p>2023-02-01T00:00:00+01:00Copyright (c) 2022 Luca Micheletta