https://scienzaepolitica.unibo.it/issue/feedScienza & Politica. Per una storia delle dottrine2020-12-28T10:44:59+01:00Editorial teamdpis.scienzaepolitica@unibo.itOpen Journal Systems<strong>Scienza & Politica – ISSN 1825-9618</strong> è un esperimento che dura ormai da più di vent’anni. Iniziata in formato cartaceo nel 1989, dal 2011 viene pubblicata esclusivamente in formato elettronico. «Scienza & Politica» si rivolge al panorama consolidato delle discipline scientifiche che si occupano del politico, più o meno ordinariamente divise in filosofia, storia, diritto, sociologia; con in più una storia specificamente dedicata al pensiero.https://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12053Weber rinasce a cent’anni dalla morte2020-12-22T18:02:48+01:00Furio Ferraresif.ferraresi@univda.it<p>Per il centenario della morte di Max Weber dedichiamo la sezione monografica di questo numero al suo pensiero politico, attraverso una serie di contributi internazionali che indagano le sue molteplici proiezioni economiche, religiose, culturali e sociali.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Furio Ferraresihttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12063Potere e dominio in Max Weber. Contesto ed effetto di una coppia concettuale2020-12-23T14:21:39+01:00Andreas Anterandreas.anter@uni-erfurt.de<p>Nel dibattito su potere e dominio all’interno delle scienze sociali, Max Weber occupa una posizione di rilievo. Non c’è studio sul potere o sul domino che non vi faccia riferimento, che sia di critica o di convalida. Il perdurante successo del concetto weberiano di potere si basa, non ultimo, sul fatto che Weber ha assunto le idee contemporanee di volontarismo di matrice nietzscheana e le ha combinate con una prospettiva riferita all’azione. In questo modo ha rivoluzionato la teoria del potere. Ciò vale soprattutto per la sua categoria di “possibilità”, con cui ha definito il potere come un fenomeno graduale e quantificabile. L’effetto di questo approccio è stato così straordinario che questa è ancora oggi l’accezione prevalente di potere – teorici come Hannah Arendt, Raymond Aron, and Heinrich Popitz ne sono stati influenzati. Inoltre, Weber ha spostato l’attenzione delle scienze sociali sul concetto di dominio, come forma di potere istituzionalizzato e rinforzato, offrendo una sociologia del dominio su larga scala, che illumina i vari tipi e motivi di obbedienza. Allo stesso tempo, tuttavia, la ricezione della coppia concettuale di potere e dominio rivela un fenomeno paradossale, ovvero che i due concetti sono recepiti a livello mondiale, mentre sono ancora usati spesso in modo arbitrario e vengono regolarmente confusi.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Andreas Anterhttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12061Max Weber. Tipi di monopolio2020-12-23T12:13:13+01:00Michele Bassomichele.basso@unipd.it<p>Il contributo pone in questione la definizione dello Stato come istituzione (<em>Anstalt</em>) che detiene il monopolio dell’uso legittimo della forza/violenza (<em>Gewalt</em>), e si articola in tre parti. Nella prima, ci si confronta con alcuni essenziali riferimenti di bibliografia secondaria sull’espressione in oggetto. Nella seconda, si focalizza l’uso che Weber fa di “monopolio” all’interno delle sue opere, con l’intento di mostrare come l’espressione “monopolio dell’uso legittimo della violenza/forza” possa essere meglio compresa se concepita come un uso specifico di “monopolio” all’interno della ben più ampia casistica weberiana. Nella terza parte viene analizzata l’importanza del richiamo al monopolio della <em>Gewaltsamkeit</em> all’interno della cosiddetta <em>Considerazioni intermedia</em>, che è stato finora meno considerato. Si ritiene che fornire alcune indicazioni sul senso che l’espressione ha all’interno di questo testo possa essere d’aiuto per afferrare meglio alcuni aspetti del suo utilizzo all’interno del complesso dell’opera weberiana.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Michele Bassohttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12066Classe, ceto e strato nella sociologia della religione di Max Weber2020-12-23T15:14:36+01:00Stefan BreuerStefan.Breuer@uni-hamburg.de<p>Nell’opera giovanile di Weber, che si occupa prevalentemente di problemi di politica agraria, i concetti di “classe” e “ceto” vengono talvolta distinti ma perlopiù utilizzati come sinonimi. Solo a partire dal 1909, nel corso del suo lavoro a <em>Economia e società</em> e all’<em>Etica economica delle religioni universali</em>, Weber ha avvertito l’esigenza di una maggiore differenziazione concettuale. Le “classi” hanno il loro posto esclusivamente nell’ordinamento economico, mentre i “ceti” sono collocati nell’ordinamento sociale, formandosi attraverso la suddivisione del «prestigio sociale» o «onore», che a sua volta deriva da diverse fonti, tra cui anche quelle di tipo religioso. Il saggio studia le forme della stratificazione religiosa, che nascono dalla conoscenza del rituale e dei precedenti, dalla competenza nella scrittura o da uno specifico sapere riguardante le condizioni di possibilità della redenzione.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Stefan Breuerhttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12069Un successo della pace duraturo? Max Weber nella guerra mondiale2020-12-23T15:35:07+01:00Hinnerk Bruhnsbruhns@ehess.fr<p>Questo articolo tratta delle idee di Max Weber su una «pace di successo», da lui esposte durante la Prima guerra mondiale. Per Weber, una pace di successo dipendeva essenzialmente da importanti riforme inter-ne e da una riorganizzazione fondamentale del Reich tedesco, più che dalla dimensione della politica estera. Analizzando le “idee del 1918” di Weber – in contrapposizione alle cosiddette “idee del 1914” – questo contributo si concentra su tre aspetti: (1) nazione e cittadinanza, (2) Prussia, (3) tradizione, storia e cultura politica tedesca.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Hinnerk Bruhnshttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12070Max Weber e Michel Foucault: le ragioni di un confronto2020-12-23T15:42:43+01:00Furio Ferraresif.ferraresi@univda.it<p>Il saggio individua e analizza le principali somiglianze tra l’opera di Weber e quella Foucault. Esse riguardano i tre ambiti principali della loro riflessione: il sapere, il potere e il soggetto. Sono assi tematici sempre saldamente intrecciati nella loro opera. Per quanto riguarda il sapere, entrambi gli autori praticano una forma di conoscenza storica in cui sia il “soggetto” di conoscenza sia l’“oggetto” conosciuto vengono messi radicalmente in discussione. Per quanto riguarda il potere, essi abbandonano il modello dello Stato e della sovranità per analizzare i rapporti di potere e di dominio che attraversano tutto il corpo sociale e che “governano” la condotta di vita degli individui. Quanto al soggetto, entrambi elaborano forme etiche di soggettività e di “cura di sé” che assumono un significato ascetico. Per Weber, però, si tratta di fare dell’oggettività stessa una “vocazione” per il soggetto, mentre Foucault propone una resistenza e una lotta per una nuova soggettività.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Furio Ferraresihttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12072«Finché non sarà bruciato l’ultimo quintale di combustibile fossile». Max Weber sulle risorse naturali e la fine del capitalismo2020-12-23T15:50:17+01:00Edith Hankeedith.hanke@sowi.badw.de<p>Pensare la fine del capitalismo non è nulla di nuovo. La cosa sorprendente è che Max Weber, cui non si può certo rivolgere il sospetto di essere un socialista o un comunista, lo ha fatto più di cento anni fa – e con riferimento ai combustibili fossili. Questo lo avvicina alle istanze della “green economy”, ma, a ben vedere, la base costituita da energia e risorse è in Weber solo uno dei fattori della complessa configurazione del capitalismo moderno.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Edith Hankehttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12073Max Weber: le religioni e gli ordinamenti. Note a partire dalla Zwischenbetrachtung2020-12-23T15:56:45+01:00Realino Marrarealino.marra@giuri.unige.it<p>Il saggio si occupa principalmente della <em>Zwischenbetrachtung</em> (1915-6) di Max Weber, testo fondamentale per la comprensione di tutta la sua sociologia della religione. In particolare Marra si concentra sul tipico motivo weberiano della tensione tra i processi di razionalizzazione connessi al disincantamento (<em>Entzauberung</em>) con i fondamenti magico-religiosi originari; e sui rapporti che le religioni della redenzione (<em>Erlösungsreligionen</em>) sviluppano, secondo Weber, con la sfera economica e con quella politica.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Realino Marrahttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12074Carisma e demoni. Fonti ed effetti di un concetto politico2020-12-23T16:04:49+01:00Massimo Palmamassimo.palma@unisob.na.it<p>Il contributo, sfruttando alcune letture polemiche di Carl Schmitt, si propone di indagare le fonti del concetto di carisma in Max Weber, rivolgendo particolare attenzione, oltre al teologo Karl Holl, al giurista protestante Rudolf Sohm e alla sua opera <em>Kirchenrecht</em> (1892), che da Weber fu approfondita agli albori del progetto di scrittura di <em>Economia e società</em>, a partire dal 1909. Negli scritti del lascito di quest’opera, il carisma diventa il perno non giuridico di un’organizzazione ufficiale e gerarchica – dalla Chiesa la casistica si allarga a numerose formazioni sociali – che assume tratti giuridici sempre più spiccati man mano che perde il suo tratto straordinario, che aveva originariamente creato obbedienza e riconoscimento nel seguito di un capo, sia questo un eroe, un profeta o un’altra figura carismatica. Originariamente anti-economico, anti-istituzionale, il carisma si oggettiva gradualmente in un ordinamento giuridico dalle spiccate valenze economiche. Nella parte finale viene analizzato un aspetto della conferenza di Monaco <em>Politica come professione</em> (1919), dove la politica viene individuata precisamente nell’intersezione tra il carisma e la burocrazia, nella gestione del rapporto tra la dedizione al capo e alla causa (quel che chiama il ‘demone’) e l’organizzazione della macchina partitica.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Massimo Palmahttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12076Critica della proprietà intellettuale in Locke2020-12-23T16:14:07+01:00Cezary Błaszczykc.blaszczyk@wpia.uw.edu.pl<p>La teoria della proprietà in Locke è incompatibile con la proprietà intellettuale. I titoli di proprietà di oggetti ideali non possono rientrare nel quadro del diritto naturale, perché potrebbero impedire ad altre persone azioni necessarie alla loro sopravvivenza. Nondimeno, i seguaci della teoria lockeana della politica scelgono di sminuire questa conclusione e persino Locke stesso sostenne la prima legislazione sul copyright. Questa incoerenza è importante perché descrive il problema della legittimazione della proprietà intellettuale come questione politica e dimostra la reificazione liberale di vari aspetti della vita sociale.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Cezary Błaszczykhttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12078Le Génie de la Révolution. La concezione della Rivoluzione nel Saggio di Chateaubriand2020-12-23T16:22:48+01:00Alvise Capriaalvise.capria@phd.unipd.it<p>L’articolo si propone di comprendere la nozione sottesa al termine "rivoluzione" all’interno del <em>Saggio sulle Rivoluzioni </em>di René de Chateaubriand, facendo particolare riferimento non solo alle corpose note apportate nella riedizione del 1826 dallo stesso autore, ma anche alla costellazione concettuale che circonda il nascente concetto di rivoluzione, in particolare "storia" e "rottura rivoluzionaria".</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Alvise Capriahttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12081Costituzione come processo di legittimazione: Otto Hintze fra storia e sociologia2020-12-23T16:33:33+01:00Pierangelo Schieraschiera@me.com<p>Otto Hintze fu esempio eccellente del turbamento culturale che colpì gli studi di storia e politica nella grande crisi sorta fra XIX e XX secolo, rispetto al destino della tradizione europea e la sua proiezione in un mondo politico dominato da nuove prospettive universalistiche. Hintze si mosse così fra una storiografia a lungo attenta al caso prussiano, da lui considerato quasi paradigma dello Stato moderno, ed un punto di vista a carattere politologico, in costante tensione con la contemporanea fondazione, da parte di Max Weber, di una sociologia comprendente. Il saggio cerca di cogliere nel tema fondante della legittimità il carattere più profondo e innovativo dell’opera di Hintze.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Pierangelo Schierahttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12083L’Union de la Gauche (1972-1978) nella “strettoia dell’Arcipelago”. Il risvolto politico dell’antitotalitarismo2020-12-23T16:41:56+01:00Luana Maria Alagnaluanamaria.alagna@unipa.it<p>Nel 1972 Partito Socialista e Partito Comunista francese siglavano il <em>Programme Commune du Gouvenement d’Union de la Gauche</em>. Sei anni segnarono l’agenda elettorale dei due “nemici storici” alla ricerca di una convergenza politica che rimase un dibattito aperto, animato inoltre della corrente di pensiero antitotalitaria che accresceva il discredito dell’opinione pubblica nei confronti della sinistra filosovietica e del PCF. Le divergenze politiche e ideologiche tra indirizzi di governo alternativi erano amplificate dalla pubblicazione di <em>Arcipelago Gulag</em> di Alexander Solgenitsin che influenzerà in modo significativo il discorso filosofico e le dinamiche politiche francesi di quel crinale storico.</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Luana Maria Alagnahttps://scienzaepolitica.unibo.it/article/view/12086Seminario di Storia dei Concetti: “Il governo della società. Stato, potere ed economia nel XIX secolo”2020-12-23T16:49:51+01:00Matias X. Gonzalezmatiasxerxes.gonzalezfield@unito.itMatteo Rossimatteo.rossi@unito.it<p>Dipartimento di Culture, Politica e Società</p> <p>Università di Torino, 9 ottobre 2020</p>2020-12-28T00:00:00+01:00Copyright (c) 2020 Matias X. Gonzalez, Matteo Rossi