Étienne de La Boétie: il linguaggio della libertà

Autori

  • Stefano Visentin Università di Urbino

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/8410

Parole chiave:

Servitù volontaria, Assolutismo, Linguaggio, Amicizia, Libertà

Abstract

Il presente articolo affronta il carattere perturbante del Discorso della servitù volontaria di Étienne de La Boétie all'interno del contesto storico in cui è stato composto, in particolare se confrontato con i pamphlet anti-tirannici pubblicati nella Francia di metà Cinquecento. Il Discorso può essere letto come una sorta di critica “prima del tempo” della teoria moderna della sovranità, dal momento che esso mette in relazione la genesi del potere monarchico con la presenza in ogni individuo di un desiderio di identificarsi con “il nome dell'Uno”. D'altra parte, questo processo di identificazione allucinatoria con un “padrone”, al quale l'individuo sacrifica la propria singolarità, trova una resistenza nella capacità del linguaggio umano di costruire una rete di cooperazione tra gli uomini che spezza qualsiasi identità chiusa e inerte tra il singolo e il potere. Di conseguenza, la libertà non può essere intesa come una proprietà stabile e naturale di ciascun individuo, bensì come un processo ininterrotto e rischioso di emancipazione collettiva.

Downloads

Pubblicato

2018-07-06

Come citare

Visentin, S. (2018). Étienne de La Boétie: il linguaggio della libertà. Scienza & Politica. Per Una Storia Delle Dottrine, 30(58). https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/8410

Fascicolo

Sezione

Le libertà dei Moderni. Sull'equivocità di un concetto (a cura di Stefano Visentin)