Introduzione. La libertà dei Moderni paragonata a se stessa

Autori

  • Stefano Visentin Università di Urbino

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/8409

Parole chiave:

Libertà, Liberalismo, Repubblicanesimo, Servitù, Liberazione

Abstract

Nel periodo che va dal Discorso sulla libertà degli antichi, paragonata a quella dei moderni di Benjamin Constant (1819) ai Due concetti di libertà di Isaiah Berlin (1958) si sviluppa una ricostruzione del moderno concetto di libertà costruita su tre pilastri teorici: individualismo, società commerciale, governo rappresentativo. Si tratta di una concezione che ha egemonizzato per lungo tempo il dibattito storiografico, e che solo negli ultimi anni è stata messa in discussione dall'emergenza di una teoria repubblicana della libertà; tuttavia neppure questa corrente neo-repubblicana ha scardinato la cornice concettuale liberale, finendo per diventare una variante interna della “libertà dei moderni”. Rivolgersi direttamente ad alcuni pensatori e dibattiti della prima modernità diventa dunque di fondamentale importanza per riaprire la discussione sulla genesi delle libertà moderne, e più in generale per una comprensione della modernità politica come spazio non pacificato, nel qua le diverse visioni si confrontano e confliggono.

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Pubblicato

2018-07-06

Come citare

Visentin, S. (2018). Introduzione. La libertà dei Moderni paragonata a se stessa. Scienza & Politica. Per Una Storia Delle Dottrine, 30(58). https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/8409

Fascicolo

Sezione

Le libertà dei Moderni. Sull'equivocità di un concetto (a cura di Stefano Visentin)