Nella fabbrica della modernità: il capitale, lo Stato e l’impero
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/6610Parole chiave:
Impero, Logistica, Statalità, Carl Schmitt, Colonizzazione.Abstract
Il saggio affronta l’intreccio di Stato e capitale come potenze che dominano la modernità, ponendosi da subito su una scala globale. Questo intreccio interseca inevitabilmente la storia dell’impero che, lungi dall’essere solamente il precedente dello Stato, rappresenta una forma composta di sovranità stratificate e spazi giuridici variegati. Il concetto di Stato che emerge dal saggio si discosta quindi dalla concezione weberiana, che prevale nella letteratura contemporanea. Rispetto alla definizione data da Weber, infatti, la territorialità dello Stato attuale è turbata e alterata, tanto dal vacillare dei suoi confini quanto dall’emergere di nuove formazioni territoriali, sia all’interno sia attraverso i confini. La sguardo globale sullo Stato complica, inoltre, il suo rapporto con la nazione e l’idea del monopolio della produzione normativa e della forza fisica. Quel che ne risulta è un’immagine molto più frammentaria e mobile della storia dello Stato moderno.
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