Paradigmi della “vulnerabilità”: dal poststrutturalismo all’eco-femminismo
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/13780Parole chiave:
Eco-femminismo, Ecologia politica, Capitalismo, VulnerabilitàAbstract
Quali sono le lenti più utili da indossare e che rendono il posizionamento più efficace per prendere parola oggi al fine di rispondere al bisogno di un cambio di paradigma all’interno del pensiero critico sulla cultura del capitalismo? Sempre più autori e autrici stanno abbracciando un approccio disciplinare sviluppato, non solo in ambiente accademico, dall’ecologia politica e dall’ecofemminismo, che lega la critica del capitalismo con quella del patriarcato e ristabilisce un rapporto tra teoria e prassi in cui la prima produce conoscenza per mezzo dell’esperienza incarnata. L’articolo accoglie questa ipotesi ma il suo obiettivo non è tanto delineare i contorni dell’ecologia politica femminista e delle sue nuove categorie concettuali, ma di comprendere quale necessità dialettica produce e da quale si distanzia. A tal fine userò il processo di risignificazione della categoria di vulnerabilità nel dibattito femminista contemporaneo nell’approccio post-strutturalista come esempio antitetico alla lente e alla postura dell’ecologia politica femminista. Lo scopo è iniziare a gettare le basi per un percorso autonomo di questa critica, a partire dalla definizione dell’antagonismo contro il femminismo post-strutturalista come uno dei conflitti che la produce.
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