Quaderni

Quaderni di Scienza & Politica

Hermes & Minerva

Quaderno N. 14 Anno 2024

Margareth Cavendish
Bell in Campo

Introduzione, cura e traduzione di Maria Giulia Sestito

Questo volume presenta la traduzione integrale inedita di Bell in Campo (1662), opera teatrale di Margaret Cavendish. Nella sua introduzione Maria Giulia Sestito ricostruisce il contesto storico e il significato politico dell’opera. Mettendo in scena una guerra tra il Regno di Fazione e il Regno di Riforma, Cavendish interviene pubblicamente per legittimare la restaurazione di un ordine monarchico rovesciandone le fondamenta sessuate. Nella finzione letteraria le donne vengono infatti meno al dettame patriarcale per cui la guerra è affare degli uomini. Al contrario, grazie alla loro disciplina e alla determinazione sono decisive per la vittoria della monarchia e per la riforma della propria condizione di subordinazione ai mariti. In un gioco di specchi, la scrittura diventa per Cavendish analisi della condizione storica delle donne, contestazione del canone autoriale maschile e al tempo stesso possibilità di liberazione.

Quaderno N. 13 Anno 2021

Tra melancolia e disciplina. Per una storia costituzionale delle dottrine politiche

Festschrift für Pierangelo Schiera

a cura di Monica Cioli e Maurizio Ricciardi

La Festschrift per Pierangelo Schiera vuole essere soprattutto un confronto su alcuni temi che lui continua ad affrontare. I contributi qui raccolti da amici e allievi ripercorrono, da prospettive diverse e originali, alcuni di quei temi: il nesso tra legittimazione e rappresentazione dell’ordine (Vincenzo Calì, Giuseppe Olmi); la melancolia e le forme della disciplina (Luigi Lombardi, Gianfranco Borrelli, Angela De Benedictis, Luca Cobbe, Eleonora Cappuccilli, Paola Rudan); il nesso modernista tra scienze sociali e costituzione della società (Matteo Battistini, Niccolò Cuppini, Roberta Ferrari, Maurizio Ricciardi); il liberalismo, l'amministrazione e la “degenerazione” dello Stato moderno (Carla De Pascale, Giuseppe Duso); le autonomie e la disciplina delle costituzioni (Luigi Blanco, Anna Gianna Manca, Renato Mazzolini); la storia costituzionale e le dottrine politiche (Isabella Consolati, Gustavo Gozzi).

Quaderno N. 12 Anno 2020

Nei margini della politica.
Scritti per Alessandro Pandolfi

a cura di Luca Cobbe e Stefano Visentin

Questo volume per Alessandro Pandolfi contiene gli interventi presentati a Urbino nel 2018 nel convegno a lui dedicato e i contributi di amici e colleghi, che si confrontano con i principali aspetti della sua ricerca: il mercantilismo sei-settecentesco, l’opera di Foucault (in special modo la genealogia del liberalismo e l'indagine sulla cura di sé), il dibattito sulla natura umana, il nesso tra colonialismo e modernità. Dopo una serie di ricordi che ne ricostruiscono l’impegno nell'insegnamento e nella società (Matteo Cottignoli, Anna Tonelli, Stefano Visentin, Toni Negri e Pietro Massarotto), sono raccolti saggi che affrontano temi e problemi presenti nella ricerca di Alessandro Pandolfi. Gli autori di questa seconda parte sono: Luigi Alfieri, Luca Basso, Luca Cobbe, Simona Forti, Nicola Giannelli, Augusto Illuminati, Fabio Raimondi, Maurizio Ricciardi, Domenico Scalzo, Luca Scuccimarra, Alessandro Simoncini, Adelino Zanini.

Quaderno N. 11 Anno 2020

Logistica delle migrazioni

a cura di Christian G. De Vito e Martino Sacchi Landriani

La logistica si è recentemente imposta come una prospettiva privilegiata per la comprensione del mondo contemporaneo a partire dall’interazione tra mobilità multiple – di persone, merci, capitali, informazioni. Tuttavia, questa prospettiva rischia di risolvere nel presente dinamiche che sono ricorse storicamente in modalità diverse, non lineari e reversibili. I contributi di questo volume si pongono l’obiettivo di mettere in evidenza le specificità storiche e geografiche dei processi logistici. Essi contribuiscono alla definizione di una “logistica delle migrazioni” a partire da casi di studio specifici, proponendo al tempo stesso alcuni elementi utili a problematizzare continuità e rotture storiche all’interno di un confronto tra scienze storiche e scienze politico-sociali.

Quaderno N. 10 Anno 2020

Dottrine politiche, concetti, comunità di discorso.
In dialogo con Merio Scattola

a cura di Michele Basso e Mario Piccinini

Il quaderno raccoglie la rielaborazione dei materiali di due convegni dedicati a tematiche della ricerca di Merio Scattola, svoltisi presso l’Università degli Studi di Padova con il supporto del Dipartimento di Scienze Storiche, Geografiche e dell’Antichità, del Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari e il patrocinio della Scuola Galileiana di Studi Superiori. Vengono qui pubblicati i contributi di José Luis Villacañas, Giuseppe Duso, Michele Basso, Adone Brandalise, Angela De Benedictis, Maurizio Merlo, Luise Schorn-Schütte, Paolo Slongo, Alfredo Viggiano. Il quaderno si chiude con un breve ma significativo ricordo di Merio da parte di Michael Stolleis. Lo scopo è quello di continuare il dialogo con Merio su alcune questioni interdisciplinari che a lungo sono state oggetto di comune ricerca. La nota introduttiva a cura di Michele Basso e Mario Piccinini enuncia le ragioni di fondo della scelta dei temi e dell’approccio prescelto. Si ringraziano per la collaborazione Marco Geuna, Claudia Passarella, Paolo Scotton e Antonio Staude.

Quaderno N. 9 Anno 2020

Il due in questione.
Prospettive interdisciplinari sul riconoscimento

a cura di Matteo Cavalleri

Il volume offre una raccolta di contributi nei quali differenti discipline – nello specifico antropologia, psicoanalisi, filosofia, diritto, storia delle dottrine politiche, storia orale e storiografia – riflettono sulle problematiche epistemiche – in termini di orizzonte di senso, contenutistici e metodologici – che l’utilizzo del concetto di riconoscimento impone loro. Obiettivo è quello di mettere in evidenza come l’alterità non si riduca ad essere mero oggetto del riconoscimento, ma imponga alle discipline un continuo riposizionamento rispetto al proprio statuto scientifico.

Quaderno N. 8 Anno 2020

Strategie dell'ordine: categorie, fratture, soggetti

a cura di Raffaella Baritono e Maurizio Ricciardi

Questo volume è l’esito di un lungo lavoro di indagine sul concetto di ordine in età moderna. Vengono ricostruiti specifici momenti e espressioni della ricerca inesausta di un principio d’ordine che hanno caratterizzato l’età classica del liberalismo trionfante così come caratterizzano in modi diversi l’odierno programma neoliberale. Il pensiero dell’ordine emerge in modi diversi e contraddittori in filosofi come Hume e Hegel, così come viene contestato dalla critica femminista al patriarcato o viene riformulato da Gramsci. Esso rivela comunque tutta la sua forza materiale nell’organizzazione della produzione industriale, nella pianificazione della città e della società, nella costruzione dell’ordine politico e sociale in Italia e negli Stati Uniti e riemerge potentemente, non da ultimo, nell’analisi della società postindustriale con la sua organizzazione logistica e cibernetica.

Quaderno N. 7 Anno 2018

Il popolo inatteso: la questione antifederalista e la Costituzione degli Stati Uniti

Giorgio Grappi

Attaccando in modi differenti il progetto di rafforzamento dell’unione, gli antifederalisti hanno lasciato un segno indelebile nella «costituzione» degli Stati Uniti, intesa qui nel doppio significato di testo fondamentale e processo di formazione di specifiche dinamiche politiche e istituzionali. Proponendo la nozione di «questione antifederalista» il volume analizza la nascita degli Stati Uniti e le diverse voci di coloro che si opposero all’adozione della Costituzione federale, la trasmissione di un costituzionalismo di stampo popolare e il persistere di una tradizione di dissenso e di appello al popolo nella storia degli Stati Uniti. Tesi di fondo è che quella che l’autore definisce come «questione antifederalista» mostri un insieme di problemi aperti nel tentativo di costituzionalizzare il risultato della rivoluzione, espressi attraverso un variegato insieme di idee e valori e una pluralità di comportamenti, piuttosto che un pensiero politico coerente. Attraverso l’utilizzo di una pluralità di fonti e approcci storiografici, l’autore mostra come la «questione antifederalista» si ponga come punto di accesso privilegiato per analizzare le tensioni del periodo di formazione degli Stati Uniti e dell’interpretazione storiografica, e per rileggere, attraverso la critica alla Costituzione federale, l’affermazione conflittuale dello Stato americano.

Quaderno N. 6 Anno 2017

Marx e la politica del discorso economico. Due manoscritti inediti e altri scritti

Beatrice Potter
a cura e con una introduzione di Roberta Ferrari

Questi scritti inediti di Beatrice Potter sulla storia dell'economia inglese e sulla teoria economica di Karl Marx rappresentano la prima fase della sua elaborazione di una nuova scienza della società, di fronte alla crisi dell'individualismo e del laissez faire. Sono i primi passi di un percorso intellettuale e politico che alla fine dell'epoca vittoriana la porterà a diventare la madrina della sociologia britannica e una leader del socialismo fabiano. La sua peculiare critica dell'economia politica è anche un contributo essenziale alla storia del pensiero politico inglese ed europeo. Potter getta qui le basi per una diversa dottrina socialista che, partendo dal riformismo della Società Fabiana, produrrà una concezione di Stato e civiltà che rielabora il pensiero marxista sul piano etico e sociale.

Quaderno N. 5 Anno 2016

Arte e scienza internazionale. Il “modernismo” fascista negli anni Venti

Monica Cioli

L’ipotesi di fondo del libro si basa sulla constatazione che la scienza e l’arte siano, insieme al lavoro, gli strumenti principali con i quali il duce ha aderito allo Zeitgeist del modernismo. Integrando lo studio del Congresso internazionale di fisica tenuto a Como nel 1927 con altri eventi culturali di marca fascista – la partecipazione italiana all’“Exposition Internationale des Arts Décoratifs et Industriels Modernes” del 1925 e il Congresso internazionale di matematica svoltosi a Bologna nel 1928 – emerge nel disegno come nella pratica di Benito Mussolini, un filo conduttore che passa per l’arte e la scienza. Due campi da considerare con attenzione particolare da parte del nuovo regime allo scopo innanzi tutto di conquistare credibilità e reputazione in ambito internazionale, ma anche due campi su cui operare per obiettivi politici interni, a partire da quello di legare al fascismo strati differenziati di operatori intellettuali, che dovevano contribuire a formare quella nuova classe dirigente di cui il regime aveva bisogno.

Quaderno N. 4 Anno 2016

Società e stato per una identità borghese.
Scritti scelti

Pierangelo Schiera

Questa terza raccolta degli scritti di Pierangelo Schiera riunisce testi usciti tra il 1976 e il 2013. Il volume riprende alcuni dei principali percorsi di ricerca che hanno finora caratterizzato la sua opera. In primo luogo quello centrato sul lungo processo di costituzione dello Stato moderno: esso viene indagato attraverso lo studio della ragion di Stato e del costituzionalismo. In questo terzo volume domina tuttavia l’attenzione per la costituzione della società moderna. All’interno di questo secolare processo la melancolia emerge come simbolo della condizione umana, ovvero di una individualità che deve costantemente inventarsi e disciplinarsi. La faticosa disciplina di questi individui mira a raggiungere una condotta di vita capace di esprimere una scelta etica. L’indagine storica di classici del pensiero politico, quali Christian Thomasius, Wilhelm von Humboldt e Max Weber, si affianca all’analisi di autori altrimenti considerati minori come Adolf Knigge e Madame de Staël, Sismonde de Sismondi o Joseph Arthur de Gobineau, ma restituisce anche la politica dell’arte di Ambrogio Lorenzetti e Johann Sebastian Bach. In tutti questi casi al centro dell’attenzione di Schiera è il carattere dottrinario delle loro produzioni intellettuali, ovvero il modo in cui tutte le loro diverse opere contribuiscono all’autoconsapevolezza della società. In questo laboratorio secolare, che fonde istituzioni, socialità e individuo, si forma lentamente ma inequivocabilmente l’identità borghese.

Quaderno N. 3 Anno 2015

Indeterminazione, Serendipity, Random:
tre “misure” dell’incertezza

Luigi Del Grosso Destreri
con
Alberto Brodesco, Massimiano Bucchi, Pierangelo Schiera

Il volume è un omaggio a Luigi del Grosso Destreri. Esso comprende un suo saggio inedito sull’epistemologia delle scienze sociali che dalla formazione della “coscienza scientifica moderna” arriva fino alla sociologia sistemica e alla sua critica. L’idea di fondo – che collega questo saggio con i successivi - è che la conoscenza scientifica non deriva necessariamente dalla misurazione sempre più esatta dei fenomeni politici e sociali, ma può anche derivare «da osservazioni casuali che spingono la ricerca a indirizzarsi in nuove direzioni». Questa tensione verso un’epistemologia aperta viene ripresa da Alberto Brodesco che ripercorre la fortuna popolare della teoria dell’indeterminatezza scientifica di Heisenberg, mentre Massimiano Bucchi ricostruisce l’introduzione della categoria di serendipity da parte di Robert K. Merton. Pierangelo Schiera, infine, introduce l’approccio storiografico della random history, come approccio che dovrebbe tentare di dare conto del carattere non necessariamente ordinato dell’esperienza storica.

Quaderno N. 2 Anno 2015

Servo e padrone, o della (in)dipendenza.
Un percorso da Aristotele ai nostri giorni.
I. Teorie e dibattiti

Raffaella Sarti

Muovendosi tra filosofia politica, storia politica, storia culturale, storia di genere, storia sociale, demografia storica e sociologia, questo libro, composto di due volumi, anzitutto ripercorre sul lungo periodo, a partire da Aristotele e con un focus sull’età moderna, i modi di concepire il rapporto servo-padrone, cercando di valutarne l’influenza sulla costruzione della categoria di cittadinanza (vol. I, cap. I).

L’attenzione si sposta poi sulla Prima Rivoluzione inglese e la Rivoluzione francese, due momenti fondamentali nell’elaborazione delle moderne categorie di cittadinanza, ricostruendo il tortuoso percorso che trasformò i domestici da esclusi in cittadini (vol. I, cap. II): un percorso mai del tutto concluso, come mostra l’analisi della persistente influenza delle asimmetrie costruite dentro la sfera domestica. Balza qui in primo piano il ruolo del genere nella costruzione della dipendenza, così come quello della “razza”, dell’etnicità, della condizione migrante (vol. I, cap. III).

Il primo volume dell’opera mostra il rapporto servo-padrone dal punto di vista della vischiosità dei modi di concepire la dipendenza nell’ambito della sfera domestica in un’ottica di lungo periodo, pur documentando, al contempo, le profonde trasformazioni dei soggetti coinvolti in tale rapporto. Questa è solo una parte della storia: accontentarsi di questa prospettiva implicherebbe una lettura parziale e fuorviante (vol. I, Conclusione).

Il secondo volume presenterà le categorie di servo e padrone come terreno di una microfisica del potere fatta di incessanti contrattazioni e lotte quotidiane, individuali e collettive, nelle quali anche le elaborazioni teoriche, le leggi e la letteratura normativa costituiscono armi utilizzate in un duro scontro, in cui l’oggetto del contendere è (banalmente?) il potere.

Quaderno N. 1 Anno 2013

Dal potere legale ai poteri globali. Legittimità e misura in politica

Pierangelo Schiera

Frutto di un'indagine condotta per tappe successive, questo scritto pone sul tappeto le questioni preliminari che Schiera ha incontrato nella ricerca sul DOPO dello Stato moderno, cioè sul suo futuro.

Legalità e legittimità ne sono state storicamente i materiali di costruzione principali, secondo una composizione variabile ma fondamentalmente basata sul principio di autorità che richiede disciplina, cioè obbedienza di molti al comando di pochi. La legge è stata lo strumento razionale – perciò condiviso – di organizzazione del difficile rapporto.

Obbligazione politica derivante da una coscienza razionale ancora precedente: quella dell’insaziabile melancolia dell'essere umano, geneticamente portato alla socialità, ma naturalmente incapace di viverla passivamente. Da qui la costituzionale faziosità comunitaria che va oltre il dato delle differenze di condizione (status) per deviare su sempre nuovi obbiettivi (Border).

L'uomo e il territorio: entrambi sempre più grandi e incontrollabili. Nuovi spazi e nuovi bisogni, a cui il canto della legge giunge più flebile, perché si è astratto, nel tempo, rendendosi incomprensibile. Necessità di trovare misura. Che la legge torni misura per poter essere regola. E che questa misura torni a essere, per quanto possibile, quella dell'uomo. Che deve partecipare al concerto, se vuole; ma deve volerlo, se può; ma può, perché, come sempre, la tecnica glielo consente.

Infine, il grande ruolo dell'amministrazione, da rendere una gabbia di seta e non d'acciaio, per costringere gli uomini alla partecipazione e alla solidarietà, che potrebbero essere, nel mondo globale, la nuova forma dell'obbligazione alla convivenza.