Nella fabbrica della modernità: il capitale, lo Stato e l’impero

Autori

  • Sandro Mezzadra Università di Bologna
  • Brett Neilson Western Sidney University

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/6610

Parole chiave:

Impero, Logistica, Statalità, Carl Schmitt, Colonizzazione.

Abstract

Il saggio affronta l’intreccio di Stato e capitale come potenze che dominano la modernità, ponendosi da subito su una scala globale. Questo intreccio interseca inevitabilmente la storia dell’impero che, lungi dall’essere solamente il precedente dello Stato, rappresenta una forma composta di sovranità stratificate e spazi giuridici variegati. Il concetto di Stato che emerge dal saggio si discosta quindi dalla concezione weberiana, che prevale nella letteratura contemporanea. Rispetto alla definizione data da Weber, infatti, la territorialità dello Stato attuale è turbata e alterata, tanto dal vacillare dei suoi confini quanto dall’emergere di nuove formazioni territoriali, sia all’interno sia attraverso i confini. La sguardo globale sullo Stato complica, inoltre, il suo rapporto con la nazione e l’idea del monopolio della produzione normativa e della forza fisica. Quel che ne risulta è un’immagine molto più frammentaria e mobile della storia dello Stato moderno.

 

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Pubblicato

2016-12-31

Come citare

Mezzadra, S., & Neilson, B. (2016). Nella fabbrica della modernità: il capitale, lo Stato e l’impero. Scienza & Politica. Per Una Storia Delle Dottrine, 28(55). https://doi.org/10.6092/issn.1825-9618/6610

Fascicolo

Sezione

Storia come Modernità (a cura di Pierangelo Schiera)